Recensione Queen (con Paul Rodgers). The Cosmos Rocks
Ci sono gruppi che non hanno bisogno di presentazioni. Gruppi che raccolgono adesioni in tutte le fasce d’età e in tutti i ceti sociali. I Queen (siamo sicuri che nessuno avrà di che ridire) appartengono a questa cerchia ristretta. Abbiamo dovuto attendere tredici lunghi anni (a voler contare dal postumo “Made in Heaven”) ma ne è valsa la pena.
“The Cosmos Rocks” non è un disco qualunque, né tantomeno Paul Rodgers si presenta come uno sbarbatello alle prime armi. Brian May e Roger Taylor (impegnati nell’arduo compito di “sostituire” Freddy Mercury) hanno avuto la possibilità di scegliere tra le migliori voci al mondo; la scelta, non a caso, è ricaduta su un vocalist dall’esperienza e dalla potenza espressiva incredibilmente sedimentata.
Paul Rodgers, dal canto suo, non fa assolutamente nulla per assomigliare al compianto ex – cantante della formazione britannica. La sua voce trascina infatti la musica di “The Cosmos Rocks” in un territorio sensibilmente distante dalle esperienze passate. Le tracce del nuovo disco infondono un calore solare di difficile definizione.
L’espressione vocale di Rodgers si concretizza in escursioni Blues – Rock (in Still Burnin cavalca graffianti reef chitarristici), in dolciastri momenti acustici (splendida Small, ballata dal tepore avvolgente) e in tortuose missioni nell’universo Hard – Rock (le chitarre granitiche del singolo C-Lebrity ben si legano con il testo ironico e critico nei confronti del mondo dei media).
“The Cosmos Rocks” racchiude quanto di buono fatto da una delle band più importanti della storia del Rock, riproponendone stili e sound in una chiave ancor più matura. Lasciate dunque cadere i pregiudizi del caso e cercate di ascoltare a fondo un disco che vi stupirà piacevolmente per la Produzione (delizioso il sound potente e luminoso che ne deriva), per la dedizione che i nostri dimostrano a più di trentacinque anni dagli esordi e per la semplice bellezza delle quattordici tracce di questo ultimo lavoro.
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