Recensione: The Last Shadow Puppets - The Age Of The Understatement
Giovani di belle speranze. Si chiama The Last Shadow Puppets il progetto solista di Alex Turner, cantante degli Arctic Monkeys. In realtà Turner non si è cimentato in questo viaggio musicale in totale solitudine (viene accompagnato con maestria da Miles Kane, cantante dei Rascals). I due hanno stretto un profondo legame di amicizia durante il tour che vide la band di Turner dividere il palco con i Little Flames, uno dei progetti di Kane.
Ne viene fuori un disco suonato e pensato alla grande, un disco che ti sbatte in faccia un Rock strafottente, un Rock dinamico e maledettamente coinvolgente. All’interno di "The Age Of The Understatement" ci si trovano citazioni sparse qua e là con sapiente abilità dai due giovani fenomeni inglesi. Se la traccia che dà il titolo al disco è la più vivace, il resto del lavoro non delude assolutamente le attese.
Le composizioni fanno registrare una vena creativa al di là del comune. Si passa con discreta facilità da ballate acustiche (che ricordano le ultime produzioni Beatlesiane) a fulminati cavalcate in perfetto stile Indie. Il tutto condito da una produzione piuttosto minimalista (che mette in risalto la voce puerile e arrogante di Turner e Kane).
Kane aveva già collaborato con gli Arctic Monkeys in alcune canzoni (affinando dunque l’intimità artistica con il leader della band inglese), mentre la band di Turner ha suonato più di una volta vari brani di Miles dal vivo. Il produttore James Ford ha modellato il sound frutto dell’unione di queste due teste pensanti, partorendo un disco dalle chiare influenze anni ‘60, distaccandosi da quello che ormai viene chiamato “indie-NME sound”.
Calm Like You rappresenta il meglio della lunatica malinconia inglese. Le chitarre dei due protagonisti, così come le voci, si intrecciano piacevolmente in un’amara filastrocca che lascia di sasso per il gusto melodico che riesce dimostrare. Una dolce sensazione di spaesata innocenza che sfocia senza inibizione nelle chitarre acustiche di Standing Next to me. Qui la voce dei nostri si infila delicatamente tra le pieghe di archi tanto avvolgenti quanto magnetici.
Diamo il benvenuto al nuovo dunque, augurandoci che il fenomeno The Last Shadow Puppets non sia solo un capriccio di due musicisti stanchi delle proprie band.
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