Recensione Jazz Italiano Live 2008
Jazz Italiano Live 2008
Anche quest’anno, dopo il bel successo delle edizioni 2006 e 2007, il gruppo editoriale L’Espresso – in collaborazione con la Casa del Jazz di Roma e Radio Capital - ha dato alle stampe la collana di cd “Jazz Italiano Live”.
Dieci dischi a testimonianza di altrettanti concerti esclusivi registrati nella location romana – sempre più punto di riferimento per gli appassionati della capitale e non solo - durante l’ultima stagione concertistica, che hanno dato modo di apprezzare gli omaggi che molti tra i più grandi jazzisti italiani hanno rivolto a cantautori, gruppi storici, movimenti e stili musicali.
Una bella prospettiva, dalla quale c’è sembrato di vedere le cose sotto una nuova e fascinosa luce: musica e personaggi diversi, distanti e appartenenti a culture differenti, accomunati dallo spirito - più che mai vivo e coeso - del jazz italiano.
1. Casa del Jazz All Stars: “Omaggio a Fabrizio De André” 5/5
Debutto in grande stile di “Jazz Italiano Live 2008” con una formazione composta da firme imprescindibili del jazz nostrano (Di Battista, Bosso, Marcotulli, Tommaso, Gatto) che rende omaggio a uno dei cantautori più trasversali e decisivi dell’intera musica italiana: Fabrizio De André.
Una performance ineccepibile, capace di dare nuovo smalto ai brani di maggior rilievo della carriera di Faber: dalla sostenuta “Don Raffaè” alla frizzante “Via del Campo”; passando per l’intensità emotiva di “La canzone di Marinella” fino l’apice di questa esibizione rappresentato da un’incredibile versione di “Ho visto Nina volare”, con la traccia audio originale dello stesso De André, gentilmente e opportunamente concessa alla band da Dori Ghezzi. Disco inevitabile, per intensità, carattere, devozione.
2. Roberto Gatto: “Omaggio al Progressive Rock” 5/5
Mette i brividi fin dalla lettura dei titoli proposti l’omaggio che Roberto Gatto – insieme a una band d’eccezione composta da Petrella, Giammarco, Rea, Cecchetto e Puglisi – rende al progressive rock: la musica che a cavallo degli anni ’70 ha unito tradizione classica a innovazione.
Il batterista sceglie – per questa specie di appassionante viaggio nel tempo - la rilettura di brani dalla bellezza inossidabile, come “Watcher of the Skies” dei primi Genesis, “Money” dei Pink Floyd targati Waters e “I Talk to the Wind” di crimsoniana memoria. Il momento di maggior spessore si rivela “Sea Song” di Robert Wyatt interpretata dal vocalist John De Leo e idue originali proposti - “Progressivamente” e “Episode One” - non sfigurano malgrado lo sfarzoso contesto.
Emozionante, anche oltre gli indizi della tracklist.
credits:
Roberto Gatto, batteria – Fabrizio Bosso, tromba e flicorno – Gianluca Petrella, trombone – Danilo Rea, pianoforte e tastiere – Roberto Cecchetto, chitarra elettrica – Francesco Pugliesi, basso elettrico e acustico – John De Leo, voce.
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