Recensioni Cd: Kilt - Tra serpi e favole La campagna ferrarese abitata da streghe, folletti e leggende celtiche? Nulla di più fuorviante, anche se l’iconografia dei Kilt, sia dal nome del gruppo che dalla copertina di “ tra serpi e favole “, potrebbe far pensare ad un sound vicino al folklore delle terre d’Albione, i quattro ragazzi emiliani si muovono invece tra rock, funky e un melodico crossover. Proprio il brano d’apertura, “Calma lineare”, testimonia il loro amore per un certo rock di fine anni 90, che trova il capostipite nella band dei Rage against the machine, con risvolti melodici più vicini a formazioni quali gli Incubus. In altri brani come quello che dà il nome al disco si riscontrano invece influenze prettamente nostrane, infatti “ tra serpi e favole “ potrebbe essere tranquillamente un brano dei Subsonica, soprattutto per la somiglianza vocale tra Jack e Samuel. L’altro amore dei Kilt sono i Red Hot Chili Peppers, come testimonia chiaramente la traccia “Contatti zero “, energetica cavalcata funky. I Kilt trovano una loro via più personale in ballate come “ Ricomincio a stento “ dove tutti gli elementi sonori convivono in un specie di jam session intramezzata da un potente ritornello. Il brano più rappresentativo dell’album è “Gheisha party”, canzone peraltro gia passata in radio ed inserita nella compilation Flaneur produzioni, nella traccia in questione i Kilt mescolano egregiamente gli elementi sopra citati dando vita ad un funkrock degno dei vecchi Litfiba più ispirati.
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