Live Report: Oasis al Palalottomatica - Roma, 21/02/2009
L'ultima Rock Band che ci è rimasta. L'ultima che abbia scritto tracce memorabili e l'ultima che sa ancora emozionare in chiave Live. Direttamente dal Tour di Promozione di “Dig Out Your Soul” gli Oasis si presentano al Palalottomatica di Roma (qualcuno faccia qualcosa per l'acustica pessima della struttura) con la solita spocchia e la solita attitudine Rock’n’Roll che li ha consacrati come icona di un Rock inglese che si è preso le sue rivincite nei confronti del cugino made in USA.
Lo stile dei fratelli Gallagher è il solito. Sebben si dica che questo potrebbe essere l'ultimo tour della gloriosa formazione britannica, la band suona come se non fossero passati quindici anni da quel fortunato esordio che prende il nome di “Definitely Maybe”. L'energia graffiante e prepotente della voce di Liam fa da contraltare all'elegante andatura chitarristica di Noel (senza dimenticare il contributo dell'ottimo Gem Archer e del tenebroso Andy Bell).
Gli Oasis portano in giro da ormai qualche mese lo stesso spettacolo, costruito attorno ad un palco asettico, dai quali spuntano dei maxi schermi in cui vengono proiettate le performance dei quattro elementi della band (per i terribili fratelli questo rappresenta il massimo in quanto a spettacolarizzazione). Chi va a vedere i Manchuniani sa però che il pezzo forte dello show non si baserà su effetti speciali, fuochi d'artificio o balli tribali dei componenti (Liam immobile ed ipnotizzato a fissare il vuoto, durante gli assoli del fratello maggiore, vi darà un'idea del concetto) ma solamente sul fuoco delle chitarre e sul cuore che questi ragazzi ci mettono.
Il concerto fila via che è un piacere. Intervallato da pochissimi stralci di dichiarazioni incomprensibili (provate a tradurre il dialetto di Manchester e vi farete le ossa anche per il cinese mandarino) i pezzi che la band propone sono tratti dai fortunati esordi (Rock n Roll Star apre le danze, scaldando a dovere il pubblico di tutto il Palalottomatica) e dall'ultimo rivoluzionario disco (su tutte brilla la psichelica evoluzione di To Be Where There’s Life).
Il resto è storia. Sul palco passano tutte le hit che hanno reso immortale una band e rilanciato un movimento che sembrava in fin di vita. Da brividi le acustiche The Masterplan (con un Noel che appare in una forma strepitosa) e Wonderwall (dopo molti anni la band torna a proporla senza elettricità, per la gioia dei fan della prima ora). Ci auguriamo che le voci di scioglimento che rimbalzano prepotentemente nei media di mezzo mondo siano smentite da un abbraccio fraterno dei Caino e Abele del Rock (a voi la scelta su chi dei due ricopra il ruolo del buon Abele).
24 / 02 / 2009
diventa amico di questo sito su Facebook
conoscerai gli autori del network e gli altri lettori