Garrincha Dischi presentati da loro stessi  Vi proponiamo una breve ma intensa intervista alla Garrincha Dischi, etichetta discografica indipendente fra le più interessanti nel nuovo panorama musicale italiano. Le domande sono sicuramente meno interessanti delle risposte.
Per iniziare, un po' di dati anagrafici di Garrincha dischi: data e luogo di nascita, i personaggi “reali” che ci sono dietro il progetto e le motivazioni principali che vi hanno spinto a questa (a mio parere) interessante scelta di vita.
Nell'autunno del 2008 Matteo Romagnoli si trova a pubblicare il primo EP dei LE-LI in totale autonomia ed estende a Marcello Petruzzi l'idea embrionale di un'etichetta così da far uscire anche un EP del suo nuovo progetto "33 ore". Ne segue il secondo album dei 4fioriperzoe, stesso periodo. Assolutamente non chiaro è in quel momento l'impegno che diventerà poi, tre anni dopo, oggi, l'impresa di Garrincha.
Presto ci siamo ritrovati ad essere una delle barchette che nella tempesta continuano a dire "Avanti tutta". Spesso i fari illuminano solo alcune di esse, tuttavia il frutto del lavoro arriva in termini di crescita di attenzione attorno alla label, per merito dei gruppi che familiarizzano col nostro operato e naturalmente per merito del nostro assiduo impegno su tutti i fronti, da produzione a promozione e oltre.
Garrincha è un nome scelto per motivi abbastanza ovvi, è il simbolo di un talento che può emergere anche dalle difficoltà. Pare che il fenomeno brasiliano avesse difficoltà a crescere non solo fisicamente, ma anche, quasi come conseguenza, emotivamente. Insomma, un Garrincha moderno Peter-pan del calcio moderno. Questa condizione che per molti è una sindrome, un problema, ovvero la voglia di non crescere, può invece trasformarsi in un altro modo di fare e intendere l'arte? Tutelate questo nella vostra “missione” di non dare in pasto al coccodrillo-mercato musicale i giovani talenti? Ci vuole il coraggio di non crescere, di non bruciare le tappe, per restare musicisti puri e incontaminati?
Non ho mai pensato al paragone con Peter Pan, non lo trovo azzeccato mentre noto con piacere che hai colto in pieno cosa ci aveva attratto della storia del calciatore brasiliano. Il mercato musicale è morto, non solo a livello nazionale, e deve ancora rinascere. Questo dal punto di vista della discografia classicamente intesa. Ma è anche vero che stanno emergendo nuove strade.
Garrincha partecipa attivamente a questo processo, convinta del ruolo centrale dell'autore come di un antropocentrismo contemporaneo che spesso nei canali partecipativi tende al superficiale ma è ancora in gioco per realizzare una missione di miglioramento, di rinnovamento. Quindi alla base si preserva l'originalità, si potenziano le capacità e si supporta l'intraprendenza degli artisti cercando di traghettarli fuori dall'ombra di un mondo "indie" praticamente solo virtuale, con l'aspirazione invece ad arrivare ovunque, con ciò che si ha, per ciò che si è. Dalla preproduzione al management alla promozione, il percorso con gli artisti è anche ricco di comicità e sentimenti umani che sfidano tutte le difficoltà e rendono le eventuali penalizzazioni di partenza delle caratteristiche, dei punti di forza.
Siamo arrivati (qui a Musicyes) a conoscervi grazie a Lo Stato Sociale, un gruppo pronto a fare sfacelo nei circuiti indipendenti. Secondo voi, cosa è più importante in questo processo conoscitivo delle piccole realtà indipendenti, la forza del gruppo che si fa conoscere, e poi porta gli ascoltatori a conoscere l'etichetta, oppure il lavoro apparentemente “invisibile” dell'etichetta discografica?
Entrambi i processi sono importanti in particolar modo quando un gruppo è in grado di creare il suo mondo e tenere le persone saldamente ancorate ad esso. Un'etichetta, come una scheda madre, può anche essere "invisibile", ma il suo compito resta fondamentale.
Procura e genera identità stilistica anche se non è fondamentale, mentre da un punto di vista operativo lo fa nel coordinamento, nell'organizzazione, a volte anche nella razionalizzazione delle forze, per esempio quando si devono decidere calendari di distribuzione di contenuti o sintetizzare le cascate di idee che arrivano dai brain storming di gente come gli artisti musicali.
Fra gli artisti della vostra scuderia, avete una sorta di classifica, o comunque una maggiore attesa nei confronti di qualcuno? O comunque il sentore che un gruppo ha più possibilità di emergere rispetto ad altri nell'attuale panorama italiano?
In questo momento non posso negare ci sia curiosità per l'esordio de Lo Stato Sociale e per il secondo disco dei Chewingum. Ma non parlo altro che delle prossime due uscite, c'è una naturale intensità di aspettative.
Vi arrivano frequentemente demo e richieste di pubblicazione da parte di artisti che vogliono emergere? Quanto sono interessanti, e da quello che ascoltate, come giudicate lo stato della musica attuale in Italia?
Nel panorama italiano attuale direi che non ci sono mai state tante produzioni di qualità come ora. Dense, ben fatte, in uno stato di grande caos di sistema non salvo dal confondere i meriti. Facciamo in modo di rispondere alle proposte che ci risvegliano, e di dire "grazie" a ciò che ci arriva ma che proprio non ci piace.
Domanda su ciò che possiamo considerare la vostra antitesi: X Factor. Avete seguito quest'anno lo show, andato per la prima volta su Sky? Eventi del genere sono dannosi o aiutano i giovani che hanno talento?
X factor ha diritto di esistere, è un'altra cosa, come hanno diritto di esistere Antonacci, la Pausini, i Lordi e Linkin Park. Possiamo scegliere se seguirli o meno. Mentre talvolta alla gente comune, distratta, indaffarata ed occupata, non è data la possibilità di conoscere L'orso, Le-Li, 33 ore o lo Stato Sociale poiché i canali ufficiali li tagliano fuori a favore di una musica accondiscendente, di sicura presa, non rischiosa. Internet e YouTube ci stanno dando delle possibilità che sembrano più democratiche, forse solo per il fatto che sono raggiungibili.
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