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Amplificatore integrato Ming-Da: scopri il suono dalla Cina

Di recente, in un noto negozio romano, specializzato nella vendita di vinile nuovo ed usato - dove risulta possibile ascoltare il disco nero prima di acquistarlo- il mio interesse è stato attratto dal suono generato da un amplificatore a valvole Ming-Da MC 845 AA interfacciato con dei diffusori ProAC studio 140 MK II, giradischi Technics 1700 MKII, fonorivelatore Ortofon MC 1 turbo e pre fono Nano della Clearaudio utilizzati solitamente per le prove d’ascolto.

Un amplificatore adatto al Jazz

Sono rimasto letteralmente affascinato da quella sensazione di ariosità ed estremamente sorpreso dai diffusori che sembravano letteralmente sparire, riuscendo a “materializzare” l’orchestra jazz proprio al centro della sala.
Quello che mi ha colpito subito - dell’elettronica naturalmente - è stata proprio la sensazione di estrema naturalezza. Nel mio impianto l’amplificazione è affidata ad un pre Aragon K18 Mark II con relativo finale Aragon 8008, per chi non avesse ben chiaro di cosa stiamo parlando, alla fine degli anni ‘90 l’accoppiata aveva un costo complessivo superiore agli undici milioni di lire.

Pertanto, sembrava inverosimile che un integrato a valvole - per giunta “cinese” - fosse in grado di ricostruire una scena così dettagliata e complessa quasi simile a quella del pre-finale Mondial Desings.

Una meraviglia cinese

Incoraggiato dalla prestazione dell’integrato cinese e, conoscendo bene Gianni titolare del negozio, gli ho chiesto la cortesia di farmi provare il Ming Da MC 845 AA. Superando qualche difficoltà di trasporto (dovuta alla massa di circa quaranta Kg nonché la particolare fragilità delle valvole), ho trasferito l’elettronica presso la mia abitazione per un test.

Prova d’ascolto amplifcatore Ming-Da MC 845 AA

Dopo un sostanzioso riscaldamento che è servito a far “rendere” al meglio le valvole, il suono complessivo dell’impianto è cambiato notevolmente. La configurazione adottata nello stadio finale di questo integrato è la single-ended, ovvero quella che da molti è ritenuta la più musicale.
Tale configurazione prevede l’utilizzo di un solo dispositivo attivo per ogni canale, polarizzato al centro della sua caratteristica di funzionamento e, perciò, nel punto in cui esso risulta più lineare.

Questo sistema di funzionamento, il più semplice disponibile dal punto di vista del trattamento del segnale è inevitabilmente in classe A. Questa breve premessa, certamente non servirà a delineare il risultato sonico dell’elettronica ma, in ogni caso, getta le basi per iniziare a comprendere di cosa stiamo parlano.

Il suono del Ming Da, sempre messo a confronto con quello generato dalla coppia Mondial Desings, è leggermente più dolce, più arioso, con una scena ben dimensionata, sia in larghezza che in altezza ma anche in profondità, con tutte le frequenze ben riprodotte. I diffusori Castle Howard S3 tendono a scomparire, mentre i dettagli sono bellissimi e gli strumenti vengono riprodotti e dimensionati in maniera chiara e realistica.

La dinamica è ottima (per un amplificazione valvolare) ed anche il microdettaglio degli strumenti è molto buono. Nei pieni orchestrali, punto critico di ogni amplificazione a volumi molto sostenuti d’ascolto, non si nota quella compressione o così detta “confusione” tipica di apparecchiature catalogate come di “non alta qualità”.
Con questo integrato tutto è ben percettibile e scandito. Le voci hanno corpo e rotondità e quello che spicca è una generale naturalezza.
Bisogna comunque fare una distinzione riguardante l’interfacciamento con i diffusori, l’elettronica, infatti, ha la possibilità di poter essere interfacciata con due diverse impedenze d’uscita.

Con la prima configurazione ad 8 ohm, la resa complessiva si nota soprattutto nell’erogazione della potenza. Nella seconda configurazione a 4 ohm, quello che si evidenzia è un suono che tende, principalmente, ad una più generosa ariosità, con una gamma media molto più precisa, mentre il basso, pur rimanendo comunque “profondo” e “potente”, riesce ad essere più secco e meno invadente rispetto alla precedente configurazione.

Per concludere, con la configurazione a 4 ohm i dettagli nella parte acuta risultano più nitidi e “controllati” riuscendo ad evidenziare una accurata linearità di riproduzione che ne rende particolarmente gradevole l’ascolto ed in questa configurazione i diffusori riescono ad emettere un suono più armonico ed equilibrato.

Le percussioni, veloci e vivaci, sono restituite con buona qualità ed ottima chiarezza nelle armoniche, mentre la velocità di attacco e di rilascio nei transienti è decisamente buona. Il passaggio delle spazzole sui piatti è molto veloce, piacevole e delicato ed al tempo stesso molto materico. I fiati, tra cui si distingue il clarinetto, risultano anch’essi molto reali e piacevoli ed offrono all’orecchio dell’ascoltatore uno spettacolo oserei definire accattivante!

Giuseppe Alesii

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