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Ascoltare la musica in cuffia: una guida per gli amanti hi-fi

La possibilità di ascoltare quello che vogliamo al volume desiderato e senza interferenze dall’esterno, rendono l’uso della cuffia indispensabile anche per persone -come il sottoscritto- che in linea di massima preferiscono ascoltare la musica da impianti hi-fi di ottima qualità. Per molti, inoltre, l’uso di una buona cuffia non è tuttavia limitato a quello di surrogato d’emergenza dei diffusori; si tratta di un modo differente, più intimo e raffinato di vivere l’ascolto, con la linearità di un dispositivo di alta fedeltà “semplificato” e -alcune volte- più rigoroso.

L’altro modo per ascoltare Musica!

Spesso capita che la compagna non abbia voglia di ascoltare musica, i bambini studiano ed avendo una gran voglia di proseguire l’ascolto -anche dopo un certo orario-, si è costretti ad utilizzare questo modo inconsueto di riprodurre musica. La cuffia diventa, quindi, un sistema per diminuire l’inquinamento acustico, non solo nell’ambiente domestico, ma anche durante un viaggio, una passeggiata.

Quando avevo sedici anni ascoltavo musica sul mio walkman Grundig. Oggi le cose sono certamente migliorate. Con il tempo, infatti, sono passato dalle cuffie “di serie” Grundig a vari modelli da DJ (che utilizzavo con il mixer) soffermandomi, per molti anni, su una Sennheiser HD 414 alla quale sono rimasto fedele fino a quando, un auricolare cessò di funzionare correttamente! Da allora, non avendo più la necessità dell’ascolto in cuffia, ho sempre preferito il suono riprodotto dall’impianto Hi-Fi.

Di recente, sono stato costretto a prendere nuovamente in considerazione l’ascolto in cuffia. Come accennato, con il tempo e con il progredire della ricerca dei componenti la cuffia, grazie alle sue intrinseche caratteristiche fisiche, rimane insuperata -per molti cultori- soprattutto in certe categorie di giudizio. Non sono solo le particolari qualità soniche a farne un indispensabile accessorio dell’impianto Hi-Fi, ma anche per le sue caratteristiche esclusive, quali la maneggevolezza e l’isolamento dall’esterno. Con tutte le sue peculiarità, (soprattutto quelle di pregio) la cuffia ha generato fra i giovanissimi una vera e propria moda in quanto viene collegata a cellulari ed apparecchi similari.

Gli ultimi ritrovati

Noto sempre più spesso ragazzi molto giovani con cuffie dal costo elevatissimo interfacciate ai “portatili” dai quali ascoltano musica senza aver fatto una scelta oculata ma avendo preferito una determinata tipologia solo per il colore, per la marca o per la particolare conformazione. In merito a quanto appena rappresentato, ho rivolto delle domande a ragazzi che ascoltavano musica e mi hanno riferito che la marca più ricercata (e desiderata) è la “Monster” ma nulla hanno saputo aggiungere in merito alle caratteristiche del prodotto o su comparazioni soniche con altre marche.
Lo scopo che mi sono prefissato in questo articolo è quello di far compiere a chi si avvicina per la prima volta a questo mondo, una scelta oculata -ma del tutto personale- per coniugare al meglio sorgente e cuffia così da riuscire ad ottenere dal connubio il meglio senza spendere troppo.

Delle casse in miniatura!

Iniziamo con il dire che una cuffia non è altro che un normale diffusore rimpicciolito. Il principio di funzionamento si avvicina molto a quello delle classiche casse acustiche: si tratta di un altoparlante del tipo a cono che, come tutti gli altoparlanti, si muove secondo il segnale sinusoidale proveniente dalla sorgente, convertito in movimento grazie alla bobina che muove la membrana vibrante. L’altoparlante con dimensioni (di pochi cm.) auricolari, ha però delle caratteristiche particolari. È proprio la struttura che contorna questo mini-altoparlante che determinerà la differenza fra cuffie “aperte” o “chiuse”. Distinguiamo, quindi, la prima categoria di cuffie che già da questo momento avrà i suoi sostenitori. Senza entrare nel merito, diremo in linea di massima, che una cuffia chiusa favorisce una risposta in frequenza verso la gamma bassa senza alcuna difficoltà. In base al principio fisico di funzionamento, inoltre, lecuffie di distinguono nel tipo elettromagnetico (normalmente in commercio) o elettrostatico (costose e formate da piastre magnetiche).

Una ulteriore differenziazione si ha in base all’accoppiamento con l’orecchio. Si definisce circumaurale il tipo di cuffia dotato di cuscinetti a tenuta che circondano completamente il padiglione auricolare. Sovraurale è definita, invece, la cuffia i cui auricolari poggiano sull’orecchio per mezzo di tamponi in materiale fono trasparente o mediante cuscinetti tipo spugna. Abbiamo, infine, il tipo intraurale che è quello in cui la cuffia viene introdotta all’interno del condotto auricolare.

Per scegliere una cuffia, quindi, occorre principalmente conoscere quale siano le proprie esigenze. A mio avviso, per coloro che non hanno le idee chiare, prima di spendere qualsiasi cifra su un generico modello/marca, bisogna effettuare una prova “sul campo”. Cosa significa? Materialmente prendiamo la nostra sorgente e recandoci nei vari negozi specializzati, chiediamo di effettuare una prova d’ascolto con i vari modelli a disposizione. Ogni marca presa in considerazione, inoltre, avrà una determinata “impronta” sonora che la distinguerà (a volte anche molto) da quella di un altro prodotto. Una raccomandazione che intendo fare sopra ogni cosa, è verificare sempre l’impedenza; si tratta molto spesso di un parametro sottovalutato nell’acquisto della cuffia ma che si rivela, invece, un fattore molto importante soprattutto per chi intende collegarle a telefonini (o sorgenti) alimentate a batterie. In tale caso, poiché la potenza di uscitanon è particolarmente elevata, è importante che il valore dell’impedenza sia abbastanza basso (molti rivenditori consigliano anche cuffie con 50 ohm) anche se a mio avviso sarebbe meglio non superare i 35 ohm soprattutto per chi desidera avere dei sufficienti livelli di pressione sonora al proprio portatile.

Diverso è invece il caso se chi acquista la cuffia intende avvalersi di un amplificatore dedicato oppure della specifica uscita che troviamo nei componenti Hi-Fi! Altro fattore che influenza l’ascolto è, oltre alla risposta in frequenza (che comunque è ottima in tutti i tipi di cuffia), la sensibilità. Il termine indica il livello di pressione sonora che la cuffia è in grado di fornire quando viene pilotata da una potenza stabilita (parliamo di milliwatt). Sensibilità ed impedenza costituiscono -dunque- i valori da tenere d’occhio nell’acquisto di una cuffia. Sarà molto difficile far suonare dignitosamente una Sennheiser HD 580 Precision che, con i suoi 300 ohm d’impedenza, avrà la sua massima espressione solo se collegata ad amplificatori per cuffia. Interfacciata con un telefonino, suonerà decisamente male! Attenzione, dunque, a leggere le impedenze riportate sulle scatole che contengono i manufatti soprattutto sulleofferte a “prezzi scontati”!

I modelli migliori per ascoltare la musica in cuffia

Personalmente, ho avuto modo di ascoltare vari modelli di cuffia anche molto differenti fra loro (Sony, Philips, AKG, Sennheiser, Denon, Pioneer) ma che hanno poco a che vedere con l’attuale Grado SR 125i. Il mio amico Massimiliano Nascenzi, esperto e sostenitore dell’ascolto in cuffia, fra i tanti modelli che gli sono passati per le mani (circa un centinaio), utilizza ormai da anni una prima serie Grado SR 60 “modificata” che, interfacciata all’apposita uscita dell’integrato NAIM S-Nait, riesce a riprodurre con estrema linearità ogni genere musicale!

La mia esperienza, invece, pur non essendo così amplia, (ho acquistato ed utilizzato una ventina di prodotti) mi consente di affermare che anche con cuffie “aperte” si può tranquillamente iniziare l’ascolto alla grande, soprattutto avendo dalla nostra parte un buon rapporto qualità/prezzo.

Il mio preamplificatore - classe A - Mondial Designs “Aragon K18 Mark II” - così come tutti i lettori CD che ho a disposizione -, non dispone dell’uscita cuffia. Per avere una migliore e più corretta riproduzione della musica in cuffia, - rimanendo anche su costi tutt’altro che proibitivi - ho procurato un amplificatore specifico Grado AMP 1. Il concetto di suono della SR 125i nel suo complesso è cambiato notevolmente rispetto all’uso diretto che ne facevo sull’uscita del lettore portatile Sony D-22 o sul quella del Pioneer PD 6700. Per cominciare un discorso che metta subito in luce le straordinarie qualità di questa cuffia (naturalmente con il suo amplificatore dedicato) e la magia che si genera nell’ascolto diremo brevemente che: il basso è molto composto, non ridondante ed il fronte sonoro è diventato veramente di grande impatto.

La Grado riesce ad adattarsi con maestria anche ai passaggi più “contorti”di ogni genere musicale, arrivando a compiere delle vere e proprie “acrobazie timbriche”, sceniche e dinamiche consentendo una corretta riproduzione di innumerevoli dettagli della scena, dell’arrangiamento che descrivere sarebbe troppo difficile. Una differenza con il modello SR80i (la utilizzavo prima della 125i) è una -seppur sensibile- superiore analiticità che si ripercuote nella pulizia del suono anche ad alto volume nonché in una timbrica più raffinata e trasparente.

Questa sensazione spinge l’ascoltatore ad alzare il volume dell’amplificazione fino al limite ma il buon senso -che ancora prevale- mi porta, per le ragioni che vedremo in seguito, a scegliere sempre volumi d’ascolto “moderati”. Naturalmente queste “sensazioni” (e queste grandi pressioni d’ascolto) si hanno con l’amplificazione per cuffia Grado destinato -in linea di principio- a manifestare le sue qualità in un uso più articolato (e senza controreazione) anche con cuffie di altre marche ma che proprio con i modelli della stessa marca riesce a tirar fuori il meglio di/in ogni cuffia. Tutti i modelli di cuffia Grado hanno un’impedenza di 32 ohm e si comportano bene anche senza l’amplificazione, il risultato sonico seppur di buon livello, non ha comunque nulla a che vedere con l’amplificazione dedicata che gli consente una ridotta fatica d’ascolto che in effetti consente di superare in totale relax sedute ininterrotte anche di un paio d’ore continuative. Quando voglio risultati “sbalorditivi” dal connubio ampli-cuffia Grado, utilizzo quale sorgente il TEAC VRDS 20 (cavetteria K/K) e naturalmente CD selezionati fra i quali cito registrazioni “Egea”, “Phone” “Venus Record” ecc. oltre alla discografia -Mastering Lab.2012- di Frank Zappa.

Il mio amico Biagio ancora oggi mi ringrazia per avergli consigliato una Grado mod. SR 60i - suo figlio la usa anche con l’i-pod - che a suo dire non trova eguali in alcuna cuffia (anche di prezzo molto più elevato). Non dico assolutamente che questo marchio sia il migliore ma il suo fondatore Joseph Grado rappresenta una presenza storica nel mondo dell’alta fedeltà di “classe” e questo supporto, seppure non potrà mai soppiantare l’ascolto con i diffusori di qualità (rimane il mio pensiero), raggiunge una raffinatezza praticamente imbattibile. Difficile fare di meglio in questa fascia di prezzo!

Quale modello consigliare? Per le sorgenti portatili (a batterie) non serve spendere molto in quanto la resa sonora sarà decisamente modesta anche con modelli costosissimi. Se l’utente dovesse prende in considerazione la marca Grado, ritengo che SR 60i riesca a dare grandi soddisfazioni. Per coloro che utilizzano elettroniche -con apposita uscita cuffia- ed hanno gusti “raffinati”, oltre alle Grado suggerisco di dare un’occhiata ai modelli Beyerdynamic e Monster che, in questa configurazione, avrà certamente la giusta resa sonora.

Un’ultima raccomandazione che forse apparirà scontata ma che pochi tengono in considerazione, sbagliando, è quella di non esagerare con il volume d’ascolto: questo perché non avvertendo le vibrazioni con tutto il corpo, non si ha l’esatta sensazione del “reale” volume d’ascolto e, specie con le cuffie di livello elevato, si è portati ad alzare il volume per coglierne tutte le emozioni. L’ascolto ad alto volume, se prolungato nel tempo, può nuocere gravemente alla salute dei nostri timpani, come è riportato in ogni custodia di qualsiasi tipo e marca di cuffia! Che si tratti di un modello chiuso, circumaurale capace di isolare l’utilizzatore dall’ambiente circostante oppure di un più pratico e leggero modello aperto sovraurale, l’impiego di una buona cuffia permette l’ascolto di musica nelle condizioni più disparate o anche al di fuori dell’ambiente domestico.

Della lettura di questo articolo, molti potrebbero porsi una domanda: allo stesso prezzo è preferibile una cuffia di qualità collegata ad un buon lettore o un impianto stereo? Difficile dare una risposta “concreta” senza stabilire il limite di spesa; sopra determinate cifre, infatti, le cose cambiano decisamente!
Buon ascolto in cuffia a volumi sempre … accettabili!

Giuseppe Alesii


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