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Biografia e Discografia Oasis: la storia del brit pop

Dei due fratelli terribili di Manchester si è scritto e detto di tutto. Troppo spesso però gli Oasis sono stati sotto i riflettori di tutto il mondo per fatti di cui si parla normalmente nella cronaca e non nella sezione musicale dei quotidiani. Invece la band di Liam e Noel Gallagher si è fatta portatrice, negli anni ’90, di nuova freschezza e ardore nel panorama musicale di tutto il mondo, riscoprendo e rielaborando accuratamente la purezza e la semplicità dei Beatles, la rabbia e la sfrontataggine dei Sex Pistols e le chitarre dirompenti dei The Who.

La scalata al successo degli Oasis

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Negli anni ’90, anche e soprattutto grazie alla rivoluzione Oasis, abbiamo assistito alla rinascita della melodia dopo un periodo quasi ventennale dominato dalla musica progressive. Il termine “Brit-pop” venne spesso associato a fenomeni effimeri e di dubbio valore artistico.

Nel 1990, quando nacque, il brit-pop era un genere di nicchia, suonato solo in Inghilterra da una sparuta minoranza di band. L’anno in cui diviene un fenomeno planetario fu invece il 1994. Entro due anni l’Inghilterra fu inondata dalle melodie di gruppi quali Echobelly, Gene, Love Split Love, Supergrass, Animals That Swim, Shed Seven e Ash.

Tutto il Regno Unito fu colpito da un revival della cultura mod. La seconda parte del decennio segnò un rapido declino del fenomeno brit-pop, sebbene Catatonia, Stereophonics e gruppi scozzesi come Adventures In Stereo ed Embrace si impegnarono in maniera assidua a nome della causa in questione.

Tornando agli Oasis, la loro musica viene accompagnata nel corso degli anni da liriche semplici ma dal forte impatto emotivo, che inneggiano ad un mondo libero dalle inibizioni e dai tormenti della quotidianità. A Noel Gallagher va un plauso particolare; se non altro per aver tenuto a bada suo fratello Liam, ma principalmente per aver rispolverato un modo di comporre musica molto lineare se vogliamo ma mai banale.

Come chitarrista, si vede chiaramente nelle esibizioni live del gruppo, non è un virtuoso; quello che lo distingue è la capacità di creare melodie semplici ed immediate che si appicicano alla pelle di chi ascolta fin dai primi ascolti.

La nascita della band di Manchester

Ma chi sono gli Oasis? What’s The Story? (tanto per citare…). Il gruppo nacque dalle ceneri di una band chiamata The Rain composta da Paul McGuigan, da Paul Arthurs, da Tony McCarrol e da Chris Hutton. Quando Paul McGuigan chiese al suo vecchio compagno di scuola Liam Gallagher di unirsi al gruppo, quest’ultimo non solo accettò ma convinse gli altri a cambiare il nome del gruppo in Oasis.

La band suonò per la prima volta in concerto nel 1991, presso il night-club Boardwalk a Manchester. Qualche mese dopo, anche Noel Gallagher, fratello maggiore di Liam, fu invitato ad unirsi al gruppo. Accettò a patto che fosse lui l’unico compositore del gruppo.

Alla fine del 1993 gli Oasis furono messi sotto contratto dalla Creation Records. Di li a poco, nella primavera del 1994, la band pubblicò i suoi primi singoli: Supersonic e Shakermaker. Nell’Agosto del 1994 arrivò la vera e propria consacrazione con il singolo Live Forever, che entrò nella Top 10 del Regno Unito.

Durante il periodo di promozione del loro primo disco, gli Oasis vennero coinvolti in episodi di cronaca che ottennero notevole risonanza nella stampa inglese. La pubblicità gratuita aiutò il loro primo disco Definitely Maybe ad entrare direttamente al numero uno delle classifiche di vendita del Regno Unito. Il singolo Cigarettes and Alcohol, pubblicato nell’ottobre del 1994, sollevò molte polemiche: si accusava Noel Gallagher di aver copiato il riff del pezzo dei T-Rex del 1972 Bang a Gong (Get it on). Per la pubblicazione, nel dicembre 1994, dell’extended play Whatever, il gruppo utilizza per la prima volta una nutrita sezione di archi.

Il successo del secondo album degli Oasis

Le sessioni di registrazione del secondo album degli Oasis furono rallentate dal licenziamento del batterista Tony McCarroll. McCarroll venne rimpiazzato dal londinese Alan White. Some Might Say, il primo singolo estratto dal nuovo album, raggiunse il numero uno delle classifiche inglesi nell’aprile del 1995. Il periodo in questione fu caratterizzato dalla rivalità acuta nei confronti di un’altra band inglese che faceva impazzire l’opinione pubblica: i Blur.

A dir la verità furono soprattutto i media britannici a creare l’antagonismo artistico tra le due band. Sulla lunga distanza furono gli Oasis a trionfare anche in considerazione del fatto che il loro secondo album, (What’s The Story) Morning Glory?, è, ad oggi, uno degli album più venduti di tutti i tempi.

Mentre la fama del gruppo raggiungeva il picco più alto, gli Oasis tennero due concerti al parco di Knebworth, poco distante da Luton, a 50 chilometri da Londra, uno il 10 e l’altro l’11 di agosto del 1996. Entrambi gli show registrarono il tutto esaurito a pochi minuti dall’apertura delle prevendite, raccogliendo 250.000 presenze in totale e battendo ogni record precedente in termini di concerti all’aperto tenutisi in UK. “This is history, this is history, right here, right now...”. La storia è qui, adesso, stiamo facendo la storia.

Mentre lo dice, davanti a un mare di gente, Noel Gallagher si commuove. Neppure i Beatles e i Rolling Stones avevano mai visto niente del genere. Due milioni di persone hanno cercato di prenotare un biglietto: il cinque per cento della popolazione britannica. Trecento milioni di ascoltatori hanno seguito i concerti trasmessi da Radio One in 34 Paesi. Whatever, The MasterPlan, Cast No Shadow: la voce di Liam è un crescendo di sensualità e grinta. Durante i bis, in uno slancio di generosità, Liam chiama sul palco il chitarrista degli Stone Roses, John Squire, che duetta assieme a Noel in una blueseggiante Champagne Supernova.

I nuovi album e la conferma nella storia del rock

Gli Oasis passarono le ultime settimane del 1996 a registrare il loro nuovo album. Be Here Now fu pubblicato nell’agosto del 1997. Preceduto dal singolo D’You Know What I Mean, che arrivò al numero uno in classifica, quest’album è stato probabilmente quello più atteso nella storia della band. La continua attenzione della stampa nei confronti di questa pubblicazione contribuì a farne l’album più velocemente venduto in tutta la storia del Regno Unito, grazie alle 423.000 copie vendute nel primo giorno di pubblicazione.

Cosa importante da sottolineare, non fosse altro per l’enorme fatica che da anni la musica inglese fa per accaparrarsi un posto al sole anche negli USA, l’album arrivò al numero due nelle classifiche di vendita americane. L’album tuttavia venne criticato e fu definito ridondante e poco originale. La maggior parte delle critiche era incentrata sull’eccessiva lunghezza di molti dei pezzi, sul suono troppo appesantito e sull’eccesso di rielaborazioni aggiunte in fase di produzione.

Durante la registrazione del quarto album Paul Arthurs e Paul McGuigan abbandonarono la band. Al posto dei due storici componenti vennero reclutati Colin Archer nel ruolo di chitarra ritmica ed Andy Bell nel ruolo di bassista. Il quarto album degli Oasis, Standing on the shoulder of giants venne pubblicato nel febbraio del 2000 e nelle prime settimane le vendite furono buone. Fu accolto da recensioni piuttosto tiepide e venne sostanzialmente ritenuto un album sperimentale. La primavera del 2000 vide il gruppo imbarcarsi per un tour mondiale.

Dopo una delle innumerevoli liti tra fratelli, Noel Gallagher decise di abbandonare il gruppo. La band sostituì Noel con Matt Deighton per poter completare le date del tour europeo. Dopo due mesi di continui pettegolezzi sul futuro della band, Noel tornò a suonare con il gruppo per la tranche britannica del tour.

Il nuovo millennio degli Oasis

A metà del 2001 il gruppo tornò al lavoro per la produzione del nuovo album, Heathen Chemistry. Il lavoro vide la luce nel 2002. Il disco mantenne un certo sapore sperimentale. Heathen Chemistry, per la prima volta nella storia del gruppo, vide un processo di produzione molto più bilanciato fra i vari membri del gruppo. Oltre Noel Gallagher, che fino ad allora aveva mantenuto un certo monopolio nella stesura dei brani, sia Liam che Gem che Andy contribuirono alla causa. Sebbene i critici abbiano accolto l’album piuttosto tiepidamente, commercialmente è stato un disco di successo.

Lo storico batterista Alan White lasciò la band all’inizio del 2004 per essere sostituito dal figlio di Ringo Starr, Zak Starkey. Questo divenne il primo di una serie di avvenimenti che ritardarono più volte le registrazioni del sesto album in studio degli Oasis.

La nuova fatica del gruppo di Manchester esce nel maggio del 2005 e si intitola Don’t Believe the Truth. Questo disco propone la medesima suddivisione democratica per quanto riguarda la stesura dei pezzi rispetto all’album precedente e mette decisamente a tacere le polemiche sull’affievolimento della vena creativa del gruppo. Lyla, primo singolo estratto, suona come un classico Oasis, dove energia e melodia si sposano perfettamente con l'anima più retrò del gruppo.

Si parte con Turn up the sun, dove una introduzione prettamente anni sessanta accompagna una melodia graffiante. Si passa poi a Mucky Fingers, pezzo che regsitra un modo di cantare di Noel tipicamente punk in stile Clash, e un incalzare ritmico che ricorda I'm waiting for the man dei Velvet Underground. Primo brano del disco scritto da Liam e Gem Archer è Love like a bomb, una ballata dalla tenera semplicità che rilassa e innamora al primo ascolto. Ma ecco un brano tanto semplice quanto fulminante come The importance of being idle, scritto e cantato da Noel Gallagher. The meaning of soul concentra in meno di due minuti la vera anima punk rock'n'roll degli Oasis mentre Guess God thinks I'm Abel quella più dolce.

Entrambe i brani sono stati scritti interamente da Liam e questa volta i complimenti sono doverosi. Part of the queue, altra ballata che lascia il segno, è seguita da Keep the dream alive. Con quest’ultimo pezzo anche Andy Bell si dimostra un ottimo compositore. Anche il chitarrista Gem Archer ci regala un buon pezzo come A bell will ring, che richiama i Jam di Paul Weller. A chiudere questo disco un classico acustico, Let there be love dove Liam e Noel si dividono le strofe da cantare.

Nel giugno 2005 la band ha dato il via ad un nuovo tour mondiale. La tranche nordamericana è iniziata con due grandi show: uno al Madison Square Gardens, dove sono stati venduti 16.000 posti a sedere in una sola ora, e poi al Tweeter Center di Mansfield Massachussets, dove la band ha potuto esibirsi davanti a 20.000 persone. Il futuro, che fino a qualche anno fa sembrava nebuloso, appare oggi ai fratelli Gallagher più luminoso e promettente che mai.

Discografia Oasis

1994 - Definitely Maybe UK #1 USA #58 Vendite mondiali 10 mln
1995 - (What's the Story) Morning Glory? UK #1 USA #4 Vendite mondiali 19 mln
1997 - Be Here Now UK #1 USA #2 Vendite mondiali 10 mln
1998 - The Masterplan (raccolta di b-sides)
2000 - Standing on the Shoulder of Giants UK #1 USA #24 Vendite mondiali 4 mln
2000 - Familiar to Millions (doppio cd, live)
2001 - Familiar to Millions (unico cd, live)
2002 - Heathen Chemistry UK #1 USA #23 Vendite mondiali 4 mln
2005 - Don't Believe the Truth UK #1 USA #12 Vendite mondiali 4 mln
2006 - Stop The Clocks (raccolta) UK #2 Vendite mondiali 2 mln


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